sabato 4 gennaio 2014

La seduzione come paradigma contemporaneo



La seduzione è il paradigma ereditato dall'epoca neoliberista, e che probabilmente persisterà ancora per qualche tempo dopo la sua fine.

"Sedurre" dal latino se ducere, condurre a sé, è l'esatto opposto dell'amare, che è andare verso l'altro - è attrarre l'altro trasformandosi in quello che egli si aspetta, invece di andare verso l'altro con ciò che si è, con la propria identità - ma proprio per questo, essendo uguale e contrario, facilmente le due cose vengono confuse. Il seduttore necessita di un pubblico più che di un interlocutore, anzi genera il suo pubblico con la sua stessa presenza e il suo stesso agire. "A me gli occhi!" sembra dire. Dà al suo pubblico quello che si aspetta allo scopo di ottenere quello che vuole. La seduzione è intrinsecamente menzogna, illusione, inganno. E' la prevalenza dell'apparenza sulla sostanza, del soddisfacimento immediato sul beneficio a lungo termine, del facile capriccio sulla fatica della creazione. Seduttori non ce ne sono solo nelle relazioni personali, sono anche tutti i pubblicitari, gli uomini-marketing, i "piacioni" di ogni genere, i politici, i personaggi dello spettacolo.

 Seduttore è (cito un episodio reale) il padre separato, che per invogliare il figlio ad abitare con sé gli promette di farlo smettere di studiare e di introdurlo al suo lavoro di piastrellista, a scarso contenuto di conoscenza ma che gli permetterà di soddisfare ogni capriccio consumistico, questo mentre la madre lo sta mandando a studiare alle superiori e con pochi soldi nelle tasche; seduttore è il politico che ripete davanti ai microfoni discorsi da bar, affermando cose in contraddizione fra di loro allo scopo di farsi percepire come "uno di noi" invece di trattare gli elettori da adulti dicendo: "signori, la situazione è questa, ha questi vincoli e queste opportunità, e in base ai miei valori e alle mie competenze, ritengo che la direzione da prendere sia questa e vi chiedo il vostro appoggio". No, le parole del seduttore non sono mai esplicite, mai oneste; sono una rete di sottintesi, di non detti, di allusioni, di furbizie, di strizzamenti d'occhio, è il trionfo del vago e dell'informe, delle promesse senza parole.

Il seduttore applica la modalità consumistica ai rapporti fra le persone: le attira con le sue esche, le "consuma" come prodotti e "si fa consumare" in quanto prodotto egli stesso, che ha in precedenza adeguatamente "venduto" con abilità. Il linguaggio, la cornice che dà forma a tutto il rapporto è di stampo economico. E' totalmente una transazione, spesso nello specifico una truffa. Quando poi la bottiglia è vuota, se ne procura un'altra buttandosi di nuovo "sul mercato" con una nuova "campagna di comunicazione". E' una mina vagante sociale.

Nei rapporti affettivi questo ciclo, ripetuto infinite volte e da innumerevoli individui, ha creato nel tempo un'atmosfera di cinismo e diffidenza fra le persone; ha lasciato una scia di risentimenti e conti in sospeso che pervade tutta la società, che le controparti "perdenti" hanno digerito soltanto infliggendo a qualcun altro lo stesso trattamento, e così perpetuando lo stesso danno alla fiducia fra le persone, alla possibilità di incontrarsi realmente.

Uso definire male ciò che costringe chi lo subisce a ripeterlo per liberarsene, come l'esempio della fila di poltrone in aereo in cui il primo sdraia il sedile e quindi a catena, impone a quelli dietro di fare altrettanto, fino a quello in ultima fila che non ha spazio e rimane incastrato. O come un datore di lavoro avido, che premendo per abbassare gli stipendi obbliga i dipendenti a diventare altrettanto avidi nel lottare per conservarli. Il bene invece è ogni volta uno sforzo, una sfida che si può anche perdere perché implica l'altro e vive del suo contributo.

Il seduttore è uno schermo, sul quale il suo pubblico proietta i suoi desideri e le sue aspettative; in questo senso non si riesce nemmeno ad accusarlo di non mantenere le promesse, perché formalmente non ne fa. Non si sbilancia, lascia che lo facciano gli altri. Non è l'avventore del casinò, è il croupier.

Ma la cosa peggiore è che la modalità del seduttore induce le sue prede a cercarlo, a desiderarlo, a legarsi a lui condannandosi alla delusione. Così facendo obbliga anche coloro che seduttori non sono a seguire lo stesso paradigma, ad adottare il suo stesso linguaggio, a seguirlo sul suo stesso terreno, un po' come quando le tv private hanno riempito i loro spettacoli di ballerine scosciate, e di conseguenza hanno obbligato anche la tv pubblica a riempirsi di altrettante ballerine scosciate. Purtroppo nel gioco dei singoli, chi seduttore non è, e si lancia in un tale tentativo, fa la fine di Napoleone in Russia. La modalità allusiva, vaga, informe di relazionarsi del seduttore, di cui ho già parlato, la sua "promessa senza parole", inoltre, rende perdente chi invece si approccia all'altro in maniera onesta, esplicita, "con parole". Il pubblico del seduttore, trovandosi di fronte a qualcosa di fumoso e vago, vi proietta spontaneamente ciò che più gli piace, e glielo attribuisce, di conseguenza è ovvio che lo gradisca sempre, illudendosi che egli abbia indovinato perfettamente quello che alla sua preda piace; l'approccio esplicito, fatto di parole, ha meno chance di essere accettato, perché quelle parole verranno dal fondo reale di un'altra persona, sono parole aliene, estranee, realmente "altre" e quindi non è detto che piacciano, anzi è molto probabile che all'inizio non piacciano. Il fatto stesso di presentarsi, di definirsi, è un rasoio di Occam.

Quali soluzioni possiamo escogitare contro i seduttori? A mio avviso, solo attendere. Il tempo lavora a svantaggio dei seduttori. Col tempo la realtà affiora dalle nebbie del sogno e si impone agli occhi del sedotto; per questo, infatti, l'azione del seduttore è sempre veloce, rapida, passeggera, proprio allo scopo di non trovarsi faccia a faccia con la sua preda quando l'illusione cade, ma essere già altrove, con una nuova preda.

Un esempio: il ragazzo che smise di studiare per andare a lavorare col padre nell'edilizia, ora per via della crisi è rimasto senza lavoro e al tempo stesso senza un titolo di studio che gli permetta di riciclarsi. Sedotto e scornato, e quel che è peggio sedotto da suo padre. Mi domando se ancora ambisce a comprarsi una BMW serie 7 prima dei 30 anni o se sta pensando di riprendere gli studi; ma forse la sua auto costosa l'ha già acquistata e ora la sta (non) pagando a rate: un'altra seduzione, un'altra trappola nella quale è caduto...