domenica 14 agosto 2011

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So che sarò duro ma voglio evitare le banalità e andare al vero nucleo della questione dell'Italia oggi.

E' innegabile che una grossa parte del problema è questa nostra classe politica , inetta o mafiosa, a seconda della parte che si considera, e il modo di concepire la società che ha questo governo, che riflette il "forzismo" che hanno seminato per 15 anni - a proposito, ci avete fatto caso che la crisi italiana dura da quando c'è il nano? Be' non è un caso.

Ma fermarsi qui è troppo facile, è consolatorio: "in fondo noi siamo bravi, è tutta colpa sua (o loro)". L'altro 50%, purtroppo, è la pigrizia, soprattutto mentale, degli Italiani. Forse perché non lo sono mai stato, solo ora a 37 anni mi rendo conto che la maggior parte della gente pensa solo a tirare a campare, partendo dallo "scaldare" il banco a scuola per aspirare al minimo 6 anziché approfittare dell'occasione per avere la CONOSCENZA che è l'unico vero POTERE, e quella però te la devi prendere tu, non te la possono dare i maestri. Loro possono darti gli "attrezzi" poi sei tu che scavi. E poi c'è il tirare a campare dell'italiano tipo, casa-ufficio-tv-calcio-centro commerciale che non si fa domande, non è incuriosito da niente, che ripete le frasi dette in TV senza sapere quello che dice, che in qualunque cosa "fa come fanno tutti così non rischia di sbagliare", la verità è che conosce troppo poche cose per inventarsi un'altra soluzione, magari migliore. Quello che proprio perché non sa niente crede di saper già tutto quel che serve (mentre più si sa, più crescono le domande rispetto alle risposte), vale a dire essere uno squalo arricchito cafone. Una bella definizione di "cafone": è colui che non si cura degli altri, che tira dritto per i suoi interessi senza badare che esistono anche quelli degli altri. Quello che si vanta di essere furbo, non intelligente, perché per essere intelligente ci vuole sforzo e lui ne vuole fare il meno possibile. L'Italiano medio rintanato nel suo orticello quotidiano, ripetitivo e ristretto, piccolo, gretto, egoista, pecorone e di vista molto corta, con la mente all'ultima notizia ma senza nessuna capacità di ricordare un prima o prevedere un dopo, men che meno di collegare il tutto, ancora una volta perché non ha studiato davvero, non ha mai approfondito qualcosa, non ha mai avuto sete di conoscere meglio un qualunque angolo dello scibile umano. Negli altri paesi non è così, nei paesi che funzionano intendo, ad esempio gli stati dell'Europa del nord. Anche come produzione, l'Italia è rimasta agli occhi degli stranieri un paese di manodopera poco istruita, obbediente alle gerarchie, facilmente pilotabile e adatta quindi per compiti ripetitivi dove la qualità finale conta poco e conta ancora meno che l'operatore ci metta delle sue conoscenze, mentre contano soprattutto le quantità prodotte e il prezzo basso (vi dice qualcosa questa descrizione? A che nazione la possiamo sovrapporre oggi?...) - una società da anni 50, fantozziana. Ma questo sistema oggi non funziona più. Invece oggi i paesi in cui le cose funzionano, hanno lavoratori istruiti, che contribuiscono all'attività con le loro conoscenze, lavorano in ambienti poco gerarchici, producono oggetti di qualità, che valgono di più e quindi costano di più e quindi gli stipendi sono più alti. E guardacaso in genere questo tipo di persone sono anche quelle che hanno politici più efficienti, non pensano solo al loro orticello, si sentono parte di una società, e magari anche di un pianeta.
Chiudo con una domanda: se come diceva Pavese "un Paese vuol dire: non essere soli", voi come vi sentite oggi? Che Paese è questo?