martedì 18 settembre 2007

Tutto diverso












Mi sono riletto solo adesso il primo post. Cambiato tutto: e per fortuna. Che posto... (apri il link del titolo in altra scheda) vacanza da solo in tenda, Radio3, vari libri, Internazionale e il PC. E il mare coi pescetti ficcanaso, un sole feroce e vegetazione che resiste - anche nei posti più impensati - in tronchi contorti e screpolati, secchi, ma con foglioline verdissime. Come ogni volta che entro in mare (la piscina non è viva) ho desiderato avere le branchie.

Il potere della Rete

A prescindere dal fatto che si sia d'accordo o meno, l'evento del V-Day è stato il segno - penso irreversibile - del fatto che la rete ormai non è più (nel caso qualcuno ancora lo credesse) semplicemente un divertimento, uno sfizio per tecnofili, ma sta incrociandosi con le nostre vite reali. da esse prende gli spunti per la diffusione di appelli come quello di Grillo, e al tempo stesso essa fa da spunto all'azione delle persone: penso che il 90% almeno dei partecipanti abbia appreso la cosa attraverso la rete. Ormai lo si dà per scontato, ma non lo è; pensate: qualcuno ha letto alcune pagine HTML sullo schermo del computer, ha letto dell'iniziativa, magari ha riletto meglio per evitare malintesi, poi ha verificato i suoi impegni per l'8 settembre, e il giorno interessato è uscito di casa per andare a firmare. In molti casi avrà anche acceso un motore per farlo. Quello che voglio dire è che non c'è niente di più immateriale, di più evanescente di una pagina web: è una sequenza di bit, un mucchietto di dati che occupa pochi centimetri quadrati di uno dei tanti hard disk di qualche server situato chissà dove. Eppure ha messo in moto 300.000 persone, ha fatto tremare i massimi livelli del potere, ha scatenato orde di editorialisti che avevano ignorato la cosa prima della data e ha fatto parlare di sé in tutto il paese e anche fuori (ad esempio, http://www.beppegrillo.it/immagini/Int_Herald_Tribune.pdf ).

E in fatto di potenzialità di Internet, siamo solo all'inizio: probabilmente quello che abbiamo visto fino a oggi, fra qualche anno sarà definito un "assaggio" della Rete, perché molto probabilmente l'internet "vero" sarà mobile e la sua copertura sarà paragonabile al sistema GSM. E spero davvero che sia così in breve tempo, d'altra parte ora i tralicci per i ripetitori li hanno già (gli stessi del GSM) e quindi la copertura del territorio dovrebbe richiedere meno tempo - e meno spese!... Teniamo d'occhio le tariffe... - perché per come è stata fino ad oggi la Rete, imponeva la dolorosa scelta: vivere (amicizie, uscite, partner, gite, aria aperta, lavoro, ecc) o navigare. Il classico nerd informatico è uno con qualche problema di relazioni sociali (...). Perché devo aspettare di essere davanti a una scrivania per postare qui sopra? Perché devo fare lo stesso se ho assistito a un fatto di interesse pubblico, ho scattato qualche foto e/o un video e voglio renderlo pubblico? Per ora sto restando fuori da SecondLife solo perché o vivo lì, o vivo qui. In Giappone, dove il wireless è ormai cosa di massa, ci sono siti di social networking (tipo MySpace, per capirci) che dialogano col tuo telefonino (ovviamente è molto più pratico portarsi dietro uno smartphone anche ben equipaggiato piuttosto che un portatile, se non lo si usa anche per lavoro); se tu ad esempio entri in un locale e attivi la funzione (da spegnere per strada! o no?...) lui magari ti avvisa che lì dentro ci sono tre persone - iscritti anche loro al sito - che come te sono appassionate di scacchi e magari se vuoi, puoi invitarli a una partita seduta stante.
Questo è un uso rivoluzionario della rete. La sua essenza rimane la stessa: una tecnologia di trasmissione e condivisione delle informazioni. Tuttavia, fino ad ora il fatto di essere costretti davanti a un PC ci portava a un approccio "ricerca-risposta" e a fruire di informazioni di tipo complesso con testi lunghi, linguaggio e registro dello scritto, come replica degli articoli e dei libri, oltre a contenuti multimediali di raffinatezza crescente all'aumentare della banda passante disponibile. Invece ora diventa possibile anche sfruttare informazioni più spicciole ma che hanno molta attinenza con la vita quotidiana; si può scoprire che il proprio vicino di casa va a lavorare nello stesso quartiere e organizzare un car-sharing, risparmiare e inquinare di meno. Questo significa che la vita reale e la "seconda" si incroceranno, arriveranno a sovrapporsi e trarre stimoli una dalla reazione dell'altra. Le conseguenze sociali a lungo termine sono difficilmente prevedibili ma sicuramente notevoli. Forse è quello che ci salverà, ma di sicuro ci cambierà.
C'è solo un aspetto che può preoccupare del nuovo approccio: sapere di essersi inseriti, in ultima analisi, in un database. La complessità della rete "classica", il suo contenuto di informazioni di alto grado semantico e interconnesse fra loro, la rende difficilmente gestibile e controllabile; ma con un database è un altro discorso. E' un caso che l'esplosione dei siti di social networking sia avvenuta - mi pare - in una fase di maturità di software come Oracle e SAP, concepiti appunto per gestire enormi database?
C'è un ultimo aspetto notevole di questa cosa: Noam Chomsky ha scritto che uno dei sistemi che il potere usa per tenere le masse sotto controllo - essendo chiaramente in netta minoranza numerica - è quello di isolare le persone e ridurle a singoli. Il singolo è impotente. Occorre indirizzare la gente verso le cose superficiali della vita, per esempio il consumo. Occorre creare pareti artificiali, tra le quali rinchiudere la gente e isolarla (Noam Chomsky, "Due ore di lucidità", ISBN 88-8490-324-6).
Mi colpì soprattutto il disegno che accompagnava il passo: dei grassoni in camicia bianca, dentro ai loro cubicoli che li separavano uno dall'altro, erano tutti chini in atteggiamento adorante verso un modellino di auto; sottigliezza inquietante, le automobiline avevano attaccate un paio di manette. Ovviamente i grassoni non percepivano nemmeno l'esistenza delle barriere, perché voltavano ad esse le spalle. La Rete oggi permette di aggirare queste barriere e facilita la formazione di gruppi di qualunque tipo. Questo per il potere può essere la cosa più pericolosa. Le informazioni circolano più rapidamente e si arricchiscono delle altre lungo la loro esistenza, le azioni diventano più organizzate e incisive perché coinvolgono più persone; e intanto quelli si mordono le mani perché sanno che oltre a essere abbastanza incontrollabile, è pure indistruttibile fisicamente: la Rete, per chi non lo sapesse, era un progetto dell'ese*cito americano per collegare le basi fra loro in modo che complessivamente potesse continuare a funzionare anche nel caso qualche base venisse attaccata con armi at*miche. Già all'inizio, poteva continuare il funzionamento anche se più nodi fossero stati eliminati. Ora è assolutamente impensabile sperare di spegnerlo in qualche modo, escludendo sabotaggi alle centrali elettriche nell'80% del pianeta nello stesso momento. Ma rimarrebbero i satelliti e le dorsali di fibre ottiche sul fondo dell'Atlantico... A parte gli scherzi, è possibile che sia un buon sistema perché la società ritrovi se stessa, reinventando lo "stare in piazza" delle generazioni precedenti: solo che ora, la nostra piazza è il mondo. Semmai, vorrei che non servisse solo a trovare nuovi amici o partner, ma più in generale a rendere più consapevoli e informate le persone, in modo che riprenda vita quella "società civile" che l'individualismo occidentale ha avvelenato, seminando l'inizio della propria morte.

PS - Se si è stati attenti qua e là ho usato qualche trucchetto per non finire su Google per le parole sbagliate...